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Cinema

In questo mondo libero

di W.E.

L’ ultimo film di Ken Loach è bello.
Tratta finemente, intrecciandole, le malattie di oggi.
L’immigrazione, lo sfruttamento, lo sfruttamento dell’immigrazione, il lavoro precario e l’instabilità economica, l’imprenditorialità forsennata e cieca.
Lo fa attraverso gli occhi di una donna. Angie è sola, ha un figlio che, suo malgrado, cresce, e lo fa senza di lei. La sua intraprendenza e le sue capacità non bastano per riuscire ad avere un lavoro stabile.
All’ennesimo licenziamento decide di mettersi in proprio insieme all’amica Rose, aprendo in un cortile di un bar un’agenzia di lavoro interinale che funziona soprattutto grazie a manodopera straniera.
Naturalmente niente è così facile come sembra.
Le relazioni tra i personaggi rimangono, come succede alle loro vite, sulla superficie e al margine di ciò che è molto più urgente: i soldi, il lavoro, la sopravvivenza. E si consumano quasi unicamente tra incomprensioni, conflitti e mancanze.
È un film disperato ma lucido, puntuale.
Gli attori tutti bravi, Kierston Waering perfetta.
Se solo la distribuzione italiana un giorno cominciasse a permetterci di vedere i film in lingua originale.

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