E ottobre arrivò. Come un macete, senza preavviso.
E così dal niente, le ore sono diventate cortissime, tutte.
Le scadenze tornano a scadere prima di prima, il lavoro di una settimana deve rientrare in un giorno, l’orecchio si abbrustolisce al telefono, gli appunti si spargono su mille fogli che perdi seduta stante, le cose che ti dimentichi sono già troppe, come le sigarette subito fumate tutte, dici:”Quest’anno faccio il corso di fotografia, lo giuro”.
E poi salti la prima lezione.
Tutto incombe e tu ingigantisci o forse tutto incombe perché tu ingigantisci ma comunque il risultato è lo stesso.
Poi succede che ci si ritrova in casa da soli il sabato sera a guardare La notte dei morti viventi, che è bellissimo, davvero, però.
E poi succede che devi litigare col disco di avvio proprio quando non ce n’è davvero bisogno, e poi ricordarti che è finito il vino all’ora di cena.
E fuori ci sono delle giornate.
Ma l’anticiclone sta finendo perché a tutto ciò si addice il freddo.
Sabato mattina legna.
Dopo di che cercheremo di rassegnarci al fatto che la gatta ha la piorrea.