Prima di darmi fuoco con le scintille che dal camino vogliono a tutti i costi mordere il mio maglione,
ho deciso che a questo punto della giornata dirò che vorrei che una voce rispondesse per me a tutte le cose buone e brutte,
alla sensazione continua che c’è sempre qualcosa che non sta al suo posto contemporaneamente a quella che si modella perfettamente all’oggetto (come il sonno e le coltri al tuo corpo),
alla hermosa (questa è per Giovanna) riscoperta della cucina, del riposo, della compagnia, della solitudine ma anche alla mestizia della sera in cui non si può oziare e comunque non c’è nessuno a cena per cui non vale la pena cucinare,
ai frequenti momenti stretti e larghi come questo in cui tutte le cose buone e brutte si intrecciano e si manifestano sotto forma di malinconia tronfia.
Ascolto Ennio Morricone: mi sento come Clint Eastwood ma anche come Elizabeth McGovern.
La soluzione come sempre è spegnere il cervello, perlomeno quell’emisfero che non può modificare i margini di una brochure.
La voce in mia vece direbbe:
“This value would cause one or more objects to leave the pasteboard”.
E soprattutto lo farebbe prima che io potessi usare troppe subordinate relative e dunque pronomi della stessa specie come in questo post.
8 risposte su “C’era, una volta.”
“It left the pasteboard”. Mi piace. Da oggi sarà il mio epitaffio ufficiale per quelle idee brillanti e fugaci che vengono in situazioni precarie e che non ho il buon senso o la possibilità di annotare, cosicchè l’unica cosa che mi rimane di loro è la sensazione che fossero delle ottime idee (ovvio, c’è il dubbio che tutto ciò sia una messinscena psichica per illudersi di avere ogni tanto delle idee brillanti, senza accollarsi l’onere della controprova).
Come quando in piena notte ti svegli e pensi. “C***o, ho capito tutto. Era facile tutto sommato, perché non ci sono arrivata prima?” E provi una sensazione di enorme sollievo, pensando che il mattino dopo sarà davvero un giorno nuovo, in cui tutto ti apparirà luminoso e interamente comprensibile. Peccato che quando ti svegli l’unica cosa che ti ricordi è quella sensazione di enorme soddisfazione per qualcosa di cui non hai più la più pallida idea. E il punto interrogativo ricompare indelebile sulla tua faccia. Che pacco!
Spegnere il cervello? Se ci riesci sei veramente un passo avanti. E invece svegliarsi la notte con la certezza di aver capito tutto? Ma scherziamo! Se mi svegliassi la notte con la certezza di aver capito tutto passerei le successive quattro ore a chiedermi se ho veramente capito tutto, il cervello resterebbe acceso a oltranza e la mattina in ufficio sarei inguardabile…no no, non ci siamo proprio! Cervello sempre acceso e, possibilmente, nessuna risposta.
Beh è ovvio che non ci riesco a spegnere il cervello. Se no non starei tutto il tempo a dire che ogni tanto mi piacerebbe farlo.
Ammesso e non concesso che si possa fare.
Ho provato così per sport a fare una ricerchina su Google con “spegnere il cervello”. Un sacco di blog in cui si finisce a parlare di televisione.
Intendevo dire cercare di non inseguire pedissequamente quei pensieri contorti che ti distraggono dal compito contingente, ritrovare la concentrazione per evitare che gli oggetti lascino il pasteboard.
Credo che non riuscirei a spegnere il cervello neanche con le più intense tecniche di meditazione – ti ricordi, se ne parlava – ma in effetti questo non lo so, non ho mai provato.
“Cervello sempre acceso e nessuna risposta” mi piace, quasi quasi ti metto nella pagina dei motti e degli aforismi.
Per spegnere il cervello: là ove non possono le filosofie trascendentali, può alla stagrandissima un boccale da 1lt di genepy caldo. Tutta la letteratura in materia conferma.
(quarta volta, almeno, che provo a scrivere questo commento, mi sono sempre incartato)
semiOT, che non sapevo dove scrivere, oltretutto.
Mi piace l’utilizzo del (della?) sidebar per le informazioni di carattere generale. Come utente lo trovo un attenzione da parte di chi scrive e utile per informazioni che altrimenti avrei difficoltà a rintracciare.
Grazie Rexer.
Sì lo trovo utile anch’io – inizialmente è nato per fare il punto su alcune questioni, ma poi noto che la funzionalità è notevole.
Non usi anche tu la sidebar allo stesso modo?
Scusa, ma che significa semiOT?
semiOT sta per parzialmente fuori tema, siccome il post non era proprio sulla sidebar. Ma non avevo altro modo di commentare.
Sì, la uso anch’io per orientare i naviganti.