Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero e di tre European Film Awards (miglior film, migliore attore protagonista, migliore sceneggiatura), è un’opera prima.
Come quando ho visto Il Ritorno di Zvyagintsev, film meraviglioso che vinse meritatamente il Leone d’Oro nel 2003, un certo stupore mi prende quando penso che certe persone riescono a tirare fuori capolavori dal cappello come fossero conigli.
Il film di Donnesmarck è ambientato nella DDR, anno 1984. Gerd Wiesler, un agente della Stasi (polizia di stato che controlla la vita dei cittadini del Paese), passa le giornate ad ascoltare in cuffia ciò che succede nell’appartamento del sospetto Georg Dreyman, drammaturgo di fama che convive con un’altrettanto famosa attrice, Christa-Maria Sieland.
Lo zelo di Wiesler e l’indiscussa fedeltà alla causa del comunismo cominciano a vacillare quando, lentamente, entra nella vita di Georg e Christa attraverso il rumore e il suono delle parole e scopre una vita diversa, fatta di emozioni, paure, coraggio, oppressione.
L’umanità risvegliata nel corpo composto e nella mente intatta di Wiesler porterà a ciò che è impossibile prevedere: ogni azione lasciata incompiuta, ogni scelta intrapresa da ciascuno dei protagonisti finirà per modificare le vite degli altri, in quello che altro non è se non un consueto destino umano.
Le espressioni e i gesti di Wiesler (un bravissimo Ulrich Mühe) sono contenuti, buffi, e insieme intensi, come quelli di colui che, sopraffatto da una nuova coscienza, si stupisce continuamente di se stesso.
Spero che tante persone vedano questo film.
3 risposte su “Das Leben der Anderen”
Anche a me “Le vite degli altri” è piaciuto molto, anche se mi era sembrato che la “conversione” del protagonista non fosse risolta bene. Però è vero, si vede nei suoi occhi lo stupore per quello che si trova a pensare e a fare.
E che mi dici di Centochiodi di Olmi?
Purtroppo non ho visto Centochiodi. Ho sentito diversi commenti non tutti positivi.
Tu che ne dici, amicus plato?
Beh, ho messo un post su antelitteram per commentare insieme Le vite degli altri e Centochiodi (Due film è il titolo del post). Dopo la scena iniziale, molto suggestiva, dei libri inchiodati, il film mi sembrava una favola un po’ banale, ma poi capisci che vuole essere provocatoriamente ingenua. E poi, è girato benissimo. Che hanno in comune i due film? Vai sul mio blog e lo scoprirai