Daniel Blake è un vedovo quasi sessantenne di Newcastle che, per via di un infarto, non può tornare a lavorare. Lo Stato però, in seguito ad una fredda valutazione più burocratica che medica, non lo ritiene idoneo per il sussidio di invalidità. Nell’attesa di fare ricorso ed avere una nuova valutazione, Blake tenta di ottenere almeno il sussidio di disoccupazione, per il quale però deve dimostrare di aver cercato lavoro, fino al paradosso di trovarlo e doverlo rifiutare per via della sua salute.
Il protagonista di questo duro e bellissimo film di Ken Loach è imbrigliato nelle maglie di uffici e moduli, si scontra con personale frustrato e insensibile, combatte con la tecnologia che non conosce. Ciononostante, riesce a prendersi cura di una giovane madre in difficoltà conosciuta per caso e ad aiutarla con i suoi figli.
Difficile dire come Loach riesca sempre, e qui sommamente, a dare tanta intensità emotiva agli accadimenti senza alcuna sbavatura e senza mai cadere nel facile sentimentalismo. I due protagonisti – i bravissimi Dave Johns e Hayley Squires – riescono a costruire un legame forte, solidale, profondamente umano che la società intorno a loro sembra avere completamente perso, non riuscendo più a scorgere alcuna identità né dignità nelle persone che lottano per sopravvivere. Miglior film al Festival di Cannes nel 2016. Assolutamente da vedere.
E poi, buon primo maggio.