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Teatro

L’Urlo di Pippo Delbono

di W.E.

Il Teatro della Pergola di Firenze apre la stagione con una minirassegna dedicata alla Compagnia Pippo Delbono. E il primo spettacolo è Urlo, che ha debuttato nel 2004 al Festival d’Avignone.
Sul palco si avvicendano più di trenta persone. In questo spettacolo molteplici e diversissimi corpi e facce compongono quadri incredibili che trattengono su di sé gli occhi di uno spettatore strabiliato.
Colori, costumi, musica, danze sono protagonisti assoluti; ciascun attore ha una presenza scenica fortissima e necessaria, il movimento è preciso e rigoroso anche nel suo scomporsi, ogni dettaglio contribuisce alla creazione di un coro maestoso.
La parola è un intervallo tra una composizione e l’altra, arriva come a sedare o a scaldare gli animi, ma il suo tentativo di “spiegare”, sottolineare, portare a riflettere, mi pare del tutto superfluo e affatto incisivo. Tutto ciò che si vede e si sente (oltre ai pezzi musicali e alla banda, c’è anche Giovanna Marini che intona struggenti e bellissime canzoni popolari) è già così eloquente e così immediato, che la parola, soprattutto quella di Delbono, a tratti sembra spezzare la magia.
In questa rappresentazione folle e debordante del potere, delle sue forme, dei suoi effetti, l’urlo parte dal buio; il prologo vede Bobò incoronato re e posto sul trono, poi il buio lascia il posto alle scintille.

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