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Cinema

Radio America

di W.E.

Me l’ero perso al cinema, ne ho sentito parlare in tutte le salse e finalmente l’ho visto. Premetto che io sono fan di Altman e premetto che Nashville è un film che mi ha entusiasmato.

Radio America (titolo originale A Prairie Home Companion) ci mostra l’ultima puntata di un programma radiofonico che negli USA esiste davvero – e il teatro non è stato abbattuto per diventare un parcheggio – dal 1974 (tra parentesi, anno di uscita di Nashville).
Il conduttore del programma (musica country, folk e jazz) Garrison Kaillor ha proposto l’idea ad Altman e poi ha impersonato se stesso nel film.
A partire da lui, la carrellata dei personaggi che Altman ci propone è eccezionale. Gli attori sono superbi, tutti davvero, tra cui spiccano una Meryl Streep che “sembra non aver mai fatto nient’altro” (Lietta Tornabuoni) e un Kevin Kline impacciato, contorto e convinto che ricorda vagamente l’ispettor Clouseau di Peter Sellers.
Questo film ci fa vedere un pezzo d’America, certo, ma anche molto di più.
La musica è il collante che tiene insieme tutto e che commuove per come viene interpretata; l’angelo Asfodelio ci fa percepire la bontà e la malinconia che stanno dietro le quinte e che finiscono sul palco.
Consiglio vivamente di vedere Radio America in lingua originale (magari con i sottotitoli, così non si perdono neanche i testi delle canzoni, che sono fondamentali per entrare nello spirito del film), non foss’altro per la voce di Garrison Kaillor, che in italiano è proprio un’altra cosa.
La scena in cui mangia la mela scoprendo di essere stato, suo malgrado, responsabile di morte altrui con una barzelletta che non fa ridere (The Penguins joke) è meravigliosa.

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