C’è una bella canzone di Boy George che è la colonna sonora del film La moglie del soldato, con un bravissimo Forest Withaker non ancora in odore da oscar.
“First there are kisses, then there are sights and then before you know where you are you’re saying goodbye” è una lezioncina che devo imparare.
Per ora mi ripeto diverse volte il ritornello nel percorso fino all’ufficio come opera di convincimento: “Don’t want no more of the crying game”.
Ma con una certa frequenza la brutta faccia di una collega che preferisco non nominare mi accoglie all’ingresso ricordandomi che il quotidiano è una cosa piuttosto seria rispetto alle mia vocazione per le pippe sentimentali.
E così il mantra finisce irrimediabilmente nel reparto “cose che non sono determinanti per il saldo di fine mese”. Che palle.
Una risposta su “The Crying Game”
Sì, ricordo la canzone. Bella. Ce l’ho incastrata in mezzo a pezzi dei Depeche Mode in una vecchia cassetta.
E non ti preoccupare. Siamo un po’ tutti adusi al crogiolo.