Conterrò il disappunto per le poche fredde righe di MyMovies su questo film di Eric Rohmer, anno 1969, che ho trovato bellissimo.
Qui la recensione di Morandini.
Non ne avevo mai sentito parlare poi la videocassetta è capitata per caso nel mio salotto.
Jean Louis Trintignant è perfetto nel ruolo di Michel, ingegnere cattolico e amante della matematica che sceglie di corteggiare e sposare Françoise (bella ragazza bionda che nota in chiesa e di cui non sa nulla) invece di intraprendere una relazione con Maud, avvenente dottoressa divorziata e neppure battezzata, libertaria e profondamente critica sulla visione cattolica di Michel (a tratti additato come giansenista) rispetto alla vita, (“la vita è un blocco”) e al suo rapporto con le donne.
Il film è un dialogo ininterrotto in cui ricorrono i pensieri di Pascal (nato e vissuto a Clermont-Ferrand, dove il film è ambiantato), la morale (cattolica e non), il calcolo delle probabilità e soprattutto la “speranza matematica” [qui rimando alla Teoria dei Giochi, che tanto mi appassionò quando studiavo economia], che Michel mette letteralmente in pratica preferendo Françoise a Maud.
I due personaggi femminili (Françoise Fabian, di una bellezza imbarazzante, e Marie-Christine Berrault) vivono di una contrapposizione perfetta.
Michel dovrà fare i conti con la sua ingenuità, dettata dalle sue ferme convinzioni (un “non è possibile” e un “io lo so” ricorrenti), e liberare la scoperta con una bugia su una spiaggia assolata.
Questo film andrebbe probabilmente visto più volte, a tratti si fatica a seguire il filo delle parole, ci sono almeno un paio di dialoghi che vorrei riascoltare.
Ho preso appunti alla fine della giornata, riflettendo sul fatto che molti discorsi finiscono per interlacciarsi, in una modalità strana.
Ma per questo, rimando al prossimo post.