Nella vita capita di fare strani incontri.
Oggi per esempio accompagno mia sorella in un negozio di scarpe perché
lei vuole un mio parere su un paio di calzature che vuole acquistare.
Mi porta in questo negozio dove io personalmente non sono mai entrata;
il negozio è di quelli trend chic vip, dò un’occhiata alla vetrina, lo sguardo mi cade su un cartellino dei prezzi,
lo riguardo bene perché la cifra esposta – che per metterla insieme dovrei lavorare tre giorni di fila per 24 ore – è sotto ad un semplice sandalino (forse di pelle umana?)
Entriamo, davanti alla porta c’è uno zerbino grande due metri per due.
Intuisco che bisogna pulirsi bene le scarpe per non sporcare il parquet che si estende per tutto l’ampio negozio.
Così faccio.
L’interno del negozio è ben illuminato, tutto è ben esposto con cura e gusto.
Non c’è nessun cliente, la commessa è impegnata a fare coccole ad un animale sdraiato in terra.
L’animale Si alza.
Ci viene incontro.
È un maiale.
Ci informano che si chiama Gino.
Grugnisce e mi annusa le scarpe, la commessa dice che non c’è da preoccuparsi, lo fa sempre, è il suo modo per chiedere una carezza,
cosa che faccio immediatamente.
Mentre mia sorella si prova le scarpe, Gino continua a manifestare il suo bisogno di carezze grugnendo e stropicciando il suo nasone su tutte le scarpe in circolazione. La commessa ci rassicura che le scarpe
sono resistenti anche al moccio della simpatica bestiola.
Confortata da ciò mia sorella sceglie un paio di scarpe.
Paghiamo. Usciamo, lasciando Gino sdraiato in terra intento a sbranarsi un bel pezzettone di carta.
E lo shopping continua…