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Gli scranni, i media, la polis

Il grande fratello Google

di W.E.

Su Repubblica di oggi un articolo sul lavoro di due tesisti tedeschi che hanno composto un video sullo strapotere di Google, la sua supposta collaborazione con la CIA, le sue ricerche in campo genetico, i suoi profitti miliardari.
Il concetto è che per Google siamo trasparenti, ci controlla come e quando vuole (qui il sito dei due tesisti, dove si può vedere il video, gran bel lavoro di animation graphic).

Anche se non si può sapere quanto ci sia di vero, è indubitabile che Google detenga un potere enorme (dal punto di vista economico e ovviamente anche per ciò che concerne la raccolta e la gestione delle informazioni), il che non mi pare una grande scoperta.

Io non ho nessun dubbio di essere in balia di chiunque mentre sguazzo nella rete. Mi fregano come e quando vogliono.
Per me la parola cookie indica primariamente, ancora, il fantastico biscotto americano con le gocce di cioccolato e quintali di burro.

Come scrive Vittorio Zambardino, è inutile starsi ad alambiccare il cervello su ciò che fa Google con le nostre mail e i nostri dati se già abbiamo la Telecom che può venderci al primo offerente.

E poi sono con lui, in generale, sull’inno alla trasparenza.
E a parte quella, su tutte le forme CreativeCommon e OpenSource che la rete è in grado di offrire e che permette lo scambio e la crescita.
Un ottimo esempio di “cooperazione”.

Ho poi la certezza che nessuno, neanche Google, potrebbe fisicamente rintracciarmi: proprio ieri, all’ufficio anagrafe, mi hanno detto che l’indirizzo che ho spacciato per anni è sempre stato sbagliato e che il padrone di casa dovrebbe decidersi una buona volta ad andare in Comune a registrare il nuovo numero civico della casa in cui vivo.
Sono cose divertenti.
L’impiegato ha aggiunto: ricordi al suo padrone di casa che di sabato il Comune è chiuso.

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