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Cinema

Simpathy for Mr Vengeance

di W.E.

Mi mancava solo Simpathy for Mr Vengeance per completare la trilogia di Park Chan-wook.
Ieri sera l’ho visto. Per la gioia di chi l’ha visto con me, non ho potuto astenermi da un progressivo sottotesto a commento del film, fatto di “No…”, “Madonna”, “Aiuto”, “Che angoscia”, “No questo no”, “No questo è troppo”.

Si dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo, e questo è proprio il caso.
A differenza di Old Boy e Lady Vengeance l’ironia è assente e così anche la “preparazione emotiva” all’atto.
L’enorme quantità di violenza che contiene è asciutta, semplicemente data, tanto – a tratti – da sembrare ingiustificata.
Questo anche perché questa volta i protagonisti si trovano loro malagrado “costretti” a percorrere questa strada, la vendetta è ineluttabile prima che premeditata. Nessuna forma di eroismo o di giustizia, piuttosto persone che si incontrano nel dolore delle loro malattie e delle loro sfortune.

Un film che forse non rivedrò mai, perché mi è risultato fastidioso, tanto è permeato da un’atmosfera triste, angosciante, miserabile, senza la possibilità di alcuna via di uscita.
Questo non vuol dire che non mi sia piaciuto.
Lasciando per un momento da parte il sangue, le autopsie, il rumore viscido di organi rimossi, dirò che ho molto apprezzato la sospensione di giudizio cui il film porta necessariamente lo spettatore.
I vendicatori sono in qualche modo impotenti e incolpevoli e la vendetta arriva solo quando non c’è proprio più niente da perdere.

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