Parliamone.
Da w.e. ho saputo che anche San Valentino è una festa commercializzata dagli americani. Come il Babbo Natale rosso della coca-cola.
Non è che prima, non sapendolo, fossi più compiacente.
Mai sopportato questa ricorrenza, come quella dell’8 marzo, nonostante quest’ultima venga da ben altri trascorsi (voglio dire, tutto il rispetto per le suffragette).
Certo, sarà la solitudine, saranno i punti del naso, sarà quel che sarà, ma oggi gli acquisti di fiori dell’ultimo minuto alla COOP di mariti/compagni costretti all’obbligo dell’accortezza amorosa mi hanno proprio messo una grande tristezza.
Non sarebbe meglio, la mattina del 15 marzo, trovare sul frigo un messaggio con scritto: “Ti amo come allora, come ieri e come ti amerò domani”?
6 risposte su “14 febbraio”
Fai finta di niente. Fai proprio come se non fosse successo niente.
E pensa ai fiorai: sempre su Focus (dove ho letto della commercializzazione americana di cui parli) ho letto che circa i 3/4 dei loro profitti vengono da questa ricorrenza.
Da questa, e dai morti. Significativo.
Concordo, non ho mai amato San Valentino, decisamente meglio il regalo a sorpresa in un giorno qualsiasi.
Infatti ieri, dopo aver concordato di ignorare la ricorrenza, ho preso i fiori lo stesso.
Sempre odiato anch’io la ricorrenza. Al punto che quando ero a scuola (come studente) organizzavo delle controcelebrazioni. Ma incontravo poche adesioni.
Una precisazione che non so se può essere utile.
Negli Stati Uniti è festa dell’affetto in generale, non solo dell’amore romantico.
Si includono quindi familiari ed amici.
Restano valide le considerazioni sul fatto che non può comunque essere un sostituto dell’affetto dispensato quotidianamente.
Giusta precisazione.
E, perlomeno nel lontano 92, quando ero là, si osservava la ricorrenza in questo modo: fiore rosso per il fidanzato/la fidanzata, fiore bianco per l’amico/a.
Resta valida l’ultima tua considerazione sulle considerazioni sul fatto
“che non può comunque essere un sostituto dell’affetto dispensato quotidianamente”.
Cioè insomma, c’è una bella differenza tra l’essere innamorati (o amici) e il dovere di dimostrarlo.