Siamo in Francia, nella regione della Loira.
I nostri cercano un posto dove dormire.
Lo trovano.
Una signora grande (nel senso della corporatura) li accoglie sull’uscio.
Entrano, subito sulla destra una stanza.
C’è un uomo sulla sedia a rotelle, vicino ad un letto, che li guarda.
Poche parole, intorno niente di accogliente.
E qualcosa di sinistro nell’aria.
La stanza dove dormiranno (poco) è risistemata.
Ma i nostri stanno già meditando la fuga, cercando una scusa per evitare la seconda notte già prenotata.
La mattina dopo, molto presto, si alzano: diranno che sono riusciti a contattare degli amici che possono ospitarli la notte seguente.
In ogni caso, prima c’è la colazione.
La signora mette in tavola una marmellata fatta in casa, con le sue mani.
Sarà il presupposto, sarà l’ordine di idee in cui sono entrati, fatto sta che i nostri, addentando il pane, possono solo sentire un sapore disgustoso.
E pensano – Ora, quando lei uscirà dalla stanza, getterò il tutto.
Ma lei non esce. Al contrario: accavalla le gambe e rimane lì seduta a guardarli mangiare il suo manufatto.
Sarà solo dopo un po’, che già sulla strada, si fermeranno a guardare la luce del sole che nasce e due buffi figuri che, amichevolmente, li avvicineranno.
E rideranno. Rideranno forte.
