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Cinema

La morte corre sul fiume

di W.E.

Titolo originale The night of the hunter (1955), è l’unica regia di Charles Laughton, che abbandonò la carriera di regista proprio a causa dello scarso successo di questo film, che poi è diventato un film culto.

Robert Mitchum è un assassino in cerca di vedove cui spillare denaro e, fingendosi un pastore (e intrattenendo il suo pubblico con la storia della supremazia dell’amore sull’odio, parole che porta tatuate sulle nocche delle mani) riesce a sposare Willa, il cui marito è stato appena giustiziato per un furto e i cui due figli, John e Pearl, sono gli unici a sapere dove è nascosto il bottino.

Le piccole case e le piccole città di un’America puritana e bacchettona, ferma alle apparenze, si snodano lungo il fiume, dove John e Pearl si mettono in fuga su una piccola barca.
È quasi sempre notte; le luci innaturali, le stelle, gli animali in primo piano, le musiche e le canzoni di Walter Schumann contribuiscono a dare un tono fiabesco a questo film, che è un noir bellissimo.

Il film e il personaggio di Mitchum, Harry Powell, sono stati d’ispirazione a molti personaggi del cinema e molti film (es. in Cape fear di Scorsese, Do the right thing di Spike Lee – cfr. wiki), tra cui il recente Lemony Snicket di Brad Silberling (2004), film costruito su Jim Carrey trasformista, di cui ricordo soprattutto i riti dei due bambini e i magnifici titoli di coda.

2 risposte su “La morte corre sul fiume”

È, chiaramente, uno dei film più affascinanti della storia del cinema. Il vhs con cui l’avevo sottratto a rete4 l’ho letterlamente usurato. Ed è molto bello anche l’omonimo romanzo (1953) di Davis Grubb da cui il film è tratto (riedito in Italia qualche anno fa da Baldini&Castoldi).
Mi permetto infine di completare la segnalazione di w.e. menzionando il nome del direttore della meravigliosa fotografia, che è senza dubbio uno dei punti di forza del film: Stanely Cortez, già cinematographer per quisquilie quali The Magnificent Amberson di Welles e quell’autentico gioiello cinematografico che è Shock Corridor di Don Siegel (film che mi permetto di consigliare caldamente al tenutario del blog, nel caso non l’avesse ancora visto).

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