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L’era di Gadelio

di D.M.

Progetto per un racconto privo di senso.

Finisce l’era di Saturno, inizia quella di Gadelio.

Dalle pendici del vulcano Ormanno, attivo seppur limitato nella sua potenza dal benvolere che Egli donò agli omini, scese un dì Gadelio e la sua vista fu terrifica.

Per chi lo vedesse, ovvio.

Infatti chi lo vide disse “..terrifico” e chi non lo vide disse “..chi cazzo è Gadelio??”
(ad onor del vero le domande furono poste in maniera alquanto professionale da Perla Smorsati, giornalista di TeleMaremma 2, ad un campione preso accaso consistente in circa un decinaio di persone della provincia di Grosseto e zone limitrofe).

Si può quindi presumere, dalle interviste della Smorsati, nonchè dai rapporti di polizia del commissariato di Orbetello, ed infine dalla numerose voci, perlopiù incontrollate che qui riportiamo senza averle verificate, che i fatti si svolsero in tal guisa:

Alle ore 19.37 del 22 Maggio 2043, Gadelio, risvegliatosi da lungo sonno (questo si desume dalla testimonianza di una turista di passaggio, Tale Enrica di Cormano (MI). Ella infatti nella deposizione resa ai vigli urbani di Capalbio afferma “[omissis] Pareva egli persona che si sveglia dopo lungo sonno, avendogli io visto personalmente i capelli sgaruffati, le cispie agli occhi, e chiari segni di guanciale sgualcito che attraversavano la dilui faccia“).
La testimonianza appare degna di fede, seppur si faccia rilevare da più parti, ad esempio da parte dello stesso vigile che ha raccolto le parole della Tale, che essa “…dall’apparente età di oltre 70 anni, nonostante la carta d’identità elettronica ne attribuisse 56 cum lifting, appariva assai affaticata per l’ascesa e discesa dall’Ormanno, ponzava come un Terranova e puzzava di grappa il dilei alito“.

Dicevamo, svegliatosi Gadelio da lungo sonno, discese dall’Ormanno, per la via più aspra.

Ora basta, continua (forse)

3 risposte su “L’era di Gadelio”

Lasciamo da parte la speranza che, come l’erba cattiva, non muore mai.
Il mio bruciante desiderio è che il progetto per un racconto privo di senso (metafora perfetta dell’esistenza umana) continui. Magari abrogando le involontarie indirette subdole captatio benevolentiae, sparse qua e là dall’io inconscio. Quel malandrino.
Tuo per ora,
Tonio

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