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Con brio

Neurospiagge

di W.E.

Nella maggior parte delle spiagge cosiddette “attrezzate”, come sappiamo, molte sofferenze vengono inflitte al bagnante.
La prima è quella dei 7 centimetri di separazione dall’ombrellone del vicino.
Le implicazioni sono molteplici. Generalmente è facile avere come vicini (da tutti i lati, quindi siete circondati) famiglie in vacanza. E fin qui nulla di male.
Il problema è che – ditemi se sbaglio – la maggior parte degli adulti componenti queste famiglie sono genitori stressati, iperprotettivi, isterici e urlatori. I loro figli, vessati da tali individui, sono conseguentemente schizofrenici, in grado di passare con una certa abilità dal piagnisteo alla ribellione totale.
L’alternativa è il genitore che concede al piccolo di tutto e di più, conseguentemente il piccolo sembra una bestia che ha appena divelto le sbarre della sua gabbia.
Io non so se noto solo i casi disperati ma vi dico che se anche così fosse significa che i casi disperati sono parecchi.
Pure mia nonna sa che non è proprio pedagogicamente corretto dire ad un bambino “Se non mangi chiamo il lupo cattivo che è lì dietro il bosco” eppure continuo a sentirne diverse varianti più o meno ammodernate.
La seconda implicazione è la questione dell’ombra. Bisogna stare attenti a prendersi l’ombra giusta e non quella proiettata dall’ombrellone del vicino. Il che badate, non è una cosa da nulla.
Potreste incappare nel turista del giorno che viene lì e vi fa: “Mi scusi, potrebbe spostare il suo culo dalla mia ombra?”.
Tra parentesi vi ricordo che l’ombra gira, per cui è tutto uno spostare i lettini.
E non provatevi a stendervi a terra perché potreste essere malamente calpestati.
Volevo poi accennare ad un’altra sofferenza, ben più grave in quanto emanazione di una volontà precisa: sicuramente responsabilità di un amministratore vandalo che un bel giorno ha disposto la relativa ordinanza comunale.
Alle ore 11 e alle ore 17, su tutte le spiagge dello stesso litorale, partono i megafoni.
Con pubblicità di negozi e ristoranti, programma dei cinema all’aperto e quel che è peggio, musica non richiesta. Il tutto ad un volume così alto che è addirittura impossibile sentire il fragore familiare di cui sopra.
Meno male che uno può ottundersi le orecchie in mare.

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