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Con brio

Perché tu emani

di W.E.

Questa è la frase che una ragazza ha detto un giorno, ad un certo punto, ad un mio amico.
Voi non conoscete la ragazza e forse, se la conosceste, lo stupore ne sarebbe in qualche modo attutito.

Ma tant’è.
In un sottofondo fatto delle parole di Royal e Sarkozy (dall’altro computer) che, mio maledettissimo malgrado, non capisco, sono qui a rassicurarmi del fatto che Rexer è di nuovo tra noi, e allora poi penso a quanto la nostra vita “vera”, la first life – come la chiama lui – è ancora (meno male) qualcosa di estraneo allo schermo e fortuitamente distante.

È nata Elena e anche se voi non la conoscerete mai, per me è importante.
Forse non saprete mai chi è Getullia, o chi è quel Roberto che apostrofa continuamente chi – a suo parere – ha più “cultura” di lui con le parole “university student”.

Va bene così, non posso raccontare tutto, non nel modo in cui lo vivo.
In ogni caso, voi che leggete, quelli a cui va di leggere quello che scrivo, io per voi ho grande rispetto. E vi ringrazio.

Ma è primavera. C’è luna piena. Capite.

3 risposte su “Perché tu emani”

Siamo Noi che dobbiamo ringraziarti, io e le mie gatte almeno, che verso le 15, al mio ritorno dal lavoro, con la testa intasata dalle urla dei bambini e dalle loro questioni Vitali, ci sediamo -finalmente- e speriamo di leggerti. Perché ci piace ciò che scrivi e come lo scrivi.
Allora viva la luna piena e la tuascritturalicantropa.

Ti ringrazio anch’io, le tue impressioni rievocano tante cose fatte, o da tentare, sotto la luna piena; penso alla mia centoventisette blu, demolita con una clava da un gorilla dell’Arizona, durante lo scorso pleniluvio; quanto ho pianto. E come si deformava quello che vedevo attraverso quel filtro liquido e salato, le mie lagrime. Tutto sembrava ingigantirsi, la vegetazione stepposa cominciò a lussureggiare, il crepaccio diventò convesso, il gorilla sempre più grande anche perché si avvicinava a me e non aveva certo l’aria di volermi consolare. Io fui bravo? Tutto d’un pezzo? Incosciente? Pazzo? Zen? Bimbo? da un’altra parte? Non so, anyway rimasi immobile a dieci passi da quella scena orribile, abbandonandomi integralmente al pianto e, credimi, quando ti succede una cosa del genere sotto la luna piena, il tuo corpo comincia ad emanare tutto quanto di liquido, solido o gassoso ha dentro. Il gorilla, ormai vicinissimo se ne accorse e lentamente abbassò la clava; rimase in ascolto dei miei strazianti singhiozzi torcendo il capo come fanno i cani. Poi mi offrì un cubano che fumammo insieme, io con lo sguardo fisso su quel blob che una volta era la mia centoventisette e lui che probabilmente continuava a contemplare me. Si alzò un vento tiepido. Il mio ego si era trasferito tra quei rottami. Il gorilla era sparito e la clava si librò nell’aere per poi cadere su di me uccidendomi.

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