Sbigottita, suggerisco questa notizia:
CANI, ARRIVA IL CIBO CHE ELIMINA I “BISOGNINI”
Amsterdam. Un’azienda olandese dichiara di aver risolto per sempre il problema dei “bisognini” dei cani nelle strade: ha inventato un cibo che non lascia praticamente nessuna sostanza da evacuare. Il 90% di Energique viene assorbito dall’organismo del cane, mentre il restante 10% produce una sostanza compatta e inodore, che può essere raccolta facilmente.
…mi chiedo cosa ne pensi Philip Dick di tutto questo, magari è deluso perché neanche le sue visioni fantascientifiche arrivano a tanto.
Ma perché non selezionare anche gatti con gli artigli di gomma per non sciupare i mobili o cani ripieni di spry deodoranti per la casa; non sarebbero male neanche degli animali con il pelo più resistente da poter usare al posto del mocio, un bel paletto in culo ed il gioco è fatto.
6 risposte su “Roba da cani”
Non è il caso di utilizzare certe parolacce per segnalare il tuo sdegno, non credi? D’altra parte Philip Dick è un fesso, lo sanno anche i gatti. Comprendo il tuo punto di vista, ma credo fermamente che certe scoperte possano incentivare il progresso della civiltà. Voglia Iddio che lo stesso ritrovato si possa un giorno applicare alle normali funzioni dell’organismo del migliore degli animali, l’uomo! Defecare sarà come starnutire, diventerà una cosa frequente per le strade, nei salotti bene, durante i consigli d’amministrazione, durante un amplesso (per qualcuno è già così), al supermercato, in banca, sulla catena di montaggio. Insomma ovunque e in qualsiasi momento defecare; i nasi non protesteranno e gli occhi cominceranno ad abituarcisi, riconoscendo qua e là il bello stile. E, scusa la preterizione, per non parlare dell’aspetto economico di portata planetaria: niente più tazze nei bagni! (Bella l’idea dei gatti con gli artigli di gomma)
Ma come? parli male di Dick e poi speculi alla sua stessa maniera?
Credo fermamente che certe scoperte debbano restare roba da romanzo di fantascienza e che il progresso della civiltà non trovi nessun vantaggio nel toglierci le funzioni primarie e le soddisfazioni a queste connesse.
In effetti hai ragione; beh, ci sono momenti nella vita di un Tonio in cui bisogna riconoscere di aver torto e, a pensarci bene, le parolacce non sono sempre da buttar via: arricchiscono l’espressione, usate al punto giusto non possono che destare attenzione in chi le legge; inoltre possono servire a riportare il linguaggio su un piano di maggiore verosimiglianza, giungendo in taluni casi a sublimare certe affermazioni. Da Catullo a Verga a Demetrio Sgroi, infiniti sono gli esempi. Mi piacerebbe un giorno parlare di bestemmie, faresti il bravo contraddittorio?
Sarei certo contraddittoria, grazie al quotidiano allenamento, brava non so.
Sono toscana questo aiuta, quando cresci nella patria della bestemmia usata come intercalare del discorso, impari a fartene una ragione. Mia nonna usa la stessa bestemmia ogni volta che dimentica qualcosa, anche se quel qualcosa è stato andare a messa. Facendolo presente lei risponde che di certo non può esser vero.
Ma dimmi, Tonio, vai a letto molto tardi o ti svegli presto presto?
Non dormo, mia cara Daniela; e quando mi va bene dormo poco. Quando invece mi va molto molto bene dormo molto, ma purtroppo mi succede di rado.
Nel 1993 ho perso la pazienza, ma se tu ne hai almeno un po’ posso spiegarti come è andata; naturalmente aspetto un tuo cenno di assenso e ti offro intanto l’incipit:
quello fu l’anno più doloroso della mia non facile vita, avevo novantadue anni e le mie braccia secche non avrebbero resistito a lungo, sarei presto precipitato nel vuoto; il mio corpo incredibilmente sudato (era la prima volta che sudavo) penzolava da qualche ora nell’aria infuocata e l’elicottero che mi trasportava era pilotato da una pecora del Sussex. Mi accorsi subito che non svolgeva abitualmente quella mansione. Decisamente imbranata era.
Racconta caro Tonio, racconta…
…solo credo, spero senza offenderti, che non sia tutta farina del tuo sacco, ma che un Lonfo ti faccia da mentore.
Cfr.
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
E’ frusco il lonfo! E’ pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
— Fosco Maraini