Il giro di vite di Henry James, uno dei romanzi più belli che abbia mai letto – e forse uno dei pochi libri che ho letto più volte, nel corso degli anni – ha dato luogo a molti adattamenti cinematografici e, soprattutto, televisivi – a partire dal 1959 con un primo film per la tv diretto da John Frankenheimer che vedeva come protagonista Ingrid Bergman. The Others di Alejandro Amenábar, film di successo del 2001, pur narrando una storia molto diversa, s’ispira decisamente al romanzo di James riportandone il luoghi, le atmosfere gotiche, e rimodellandone i personaggi.
Dopo l’adattamento per la televisione inglese del 1999 di Ben Bolt, visto recentemente, riesco finalmente a vedere Suspense, film del 1961 diretto da Jack Clayton, in cui il personaggio della giovane istitutrice è interpretato da Deborah Kerr.
Il film di Clayton è finora il miglior adattamento cinematografico che ho visto del romanzo di James.
Lontano da tutti i facili giochi dei film del terrore contemporanei, e dai facili effetti speciali che riportano i morti in vita, la “suspence” è tutta sui giochi di luce e buio del bianco e nero (che mi sembra imprescindibile in un film del genere), su visioni che rimangono nell’ambiguità dell’onirico, sulla bravura di Deborah Kerr nell’impersonare la giovane istitutrice nel suo personale percorso di scoperta del limite tra il bene e il male.
Scopro che esiste anche una versione del 1992 in cui questo ruolo è interpretato niente meno che da Patsy Kensit (?), il cui trailer è estremamente esplicativo rispetto alla possibilità di far rivoltare Henry James nella tomba.