Da quando la casa è solo mia la notte raggiungo orari improbabili.
Per convincerti che puoi intraprendere una di quelle numerose operazioni solitarie e creative ne manifesti l’intento ad altri, così da trarne stimolo e incentivo, ma ottenendo solo l’accensione dell’arcinoto senso di colpa. Il senso di colpa nei confronti di ciò che si deve a se stessi non funziona così bene. Almeno nel mio caso.
In realtà abitare da soli non fa che aumentare in modo esponenziale la quantità di tempo dedicata al cazzeggio. È la mia situazione nella fascia serale. Il cazzeggio è in grado di portarti lontano, ed è in grado di portartici in modo continuativo.
Ti dici che finalmente avresti il tempo di disegnare, di scrivere, di leggere, di buttare là idee e di svilupparle. E invece. E invece niente, ti ritrovi a letto alle 3 dopo aver fatto niente, se non cucinato una bistecchina, navigato svogliatamente sulla rete e contemporaneamente ascoltato il programma di turno alla radio, osservato la disposizione ancora non convincente della mobilia.
Non che uno debba fare chissà cosa. Ma insomma, c’è un po’ di disappunto.
Ieri è venuta giù una mensola con tutti i libri sopra, scrostando l’intonaco e lasciando due occhi nel muro. Mi viene in mente il bel post di Trabucco. Un consiglio spassionato: una volta che avrai il tuo trapano, occhio alla dimensione delle viti.