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Con brio

Un piccolo punto del naso

di Lisa

Con piacere trovo citato tra i libri di questo blog Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, un libro che secondo me starebbe bene sullo scaffale di chiunque.
Stupore e suprema utilità.

Vorrei spiegare al gagliardo giovane che con tanta carineria ieri mi ha portato a cena che “un piccolo punto del naso” (capitolo 5 “ALTERAZIONE”) è solo una modesta, insignificante metafora di quanto basti poco a far scendere indice di gradimento e di romanticismo nonché arrestare la feconda danza tribale degli ormoni iniziata con l’aperitivo.

Ovverosia: passino le stronzate precedenti, ma cominciare a parlare di sé e di me partendo dalla sua ex è ben al di fuori della categoria, perché anziché un piccolo punto, sul naso ci si spalmerebbe perfetto un pugno.
Ma porca vacca. Pure io esco a fettuccine da una storia di un anno.
Tuttavia non vedo il nesso col brasato a lume di candela e le mie calze nuove.

12 risposte su “Un piccolo punto del naso”

“Ti ho visto addentare un panino dentro all’autogrill, a volte un dettaglio può uccidere una poesia”. Questo lo diceva Ruggeri tanti anni fa. Non è uno dei miei preferiti ma secondo me questa l’ha indovinata. Uscire a cena con l’altro sesso e parlare dei propri ex, invece, non mi sembra un dettaglio. No, direi proprio di no, il ragazzo deve fare ancora un pò di strada. Anzi parecchia.

P.S. Altri capitoli di Barthes a me molto cari:
n° 12 e 13: “ATTESA” e “CAPIRE”.

Dal primo:
Un mandarino era innamorato di una cortigiana.
“Sarò vostra – disse lei – solo quando voi avrete passato cento notti ad aspettarmi seduto su uno sgabello, nel mio giardino, sotto la mia finestra”.
Ma, alla novantanovesima notte, il mandarino si alzò, prese il suo sgabello sotto il braccio e se ne andò.

Più volte nella mia vita avrei voluto essere in grado di fare quello che fece il mandarino.

Ma sta proprio lì il punto.
È stato così bravo da illuderla che l’avrebbe davvero aspettata per 100 notti, per poi darle una bella lezione proprio nel momento in cui lei, gongolante e soddisfatta, stava pregustando il felice esito finale.

Bella la storia del mandarino e della cortigiana, piace tanto anche a me.
Non conoscevo la canzone di Ruggeri e non c’è paragone tra le ex e il morso al panino. Per questo dicevo che la questione non rientra nella categoria del punto sul naso.
Odio tutte le ex dei miei ex e le ex dei miei futuri ex.
Se sono “ex” vorrà pur dire qualcosa.

Macché! Il mandarino si è fatto tutti e novantanove i giorni sotto la finestra perché era innamorato. Nel frattempo si è reso conto della coglionata che stava commettendo, così l’ultimo giorno, sentendosi idiota, si è levato dalle palle. Ed è andato a cercarsi qualche altra finestra sotto la quale aspettare fino al novantanovesimo giorno. La cortigiana si sarà anche presa una lezione, ma sempre stronza è rimasta, nel giardino dorato dei miei coglioni.

Attento Mr Torrance, questi sono discorsi che solitamente faccio io, con il mio cinismo inventato per difendermi da me stesso, coperto a sua volta da un pragmatismo ancora più falso perché esercitato da un inconcludente come me…
MI sa che la attuale e fortuita lontananza ci avvicina, invece di disperderci.
E dàlle con questo blog dove la gente si conosce, o peggio, si ri-conosce…

Io veramente non conosco nessuno a parte w.e. e la cosa mi piace, ma non credo che il fatto di conoscersi o ri-conoscersi sia per forza negativa.
Probabilmente anzi permette di parlarsi partendo da altro o finendo su altro…può essere utile oltre che divertente, no?

Sicuramente è come dici tu, cara Lisa. La cosa divertente è che su questo blog ognuno di noi sembra raddoppiare se stesso all’ennesima potenza. Quindi abbiamo uno jaco virtuale ancora più jaco del vero jaco. La stessa cosa vale per il sottoscritto. E questo raddoppiare se stessi di senso che è davvero divertente, questo farsi un po’ la caricatura, come se non fossimo gia abbastanza ‘personaggi’ nella vita normale. E meno male che questo non è un blog di immagini perché altrimenti io e jaco dovremmo trovare il modo di raddoppiare la turpitudine delle nostre fattezze e allora tutti scapperebbero via inorriditi. Specialmente alla vista di Jaco, che dei due nettamente è il più brutto. Ma anche io non scherzo, eh? Sia ben chiaro.

Chiedo venia, pensavo che il mio commento qui sopra potesse rientrare fra le questioni personali ‘mediate dal racconto’. D’ora in poi terrò un atteggiamento più ‘osservante’. 🙂

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