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Rielaborazioni

Accendini rubati

di W.E.

Lungo il tuo sguardo sulla valle qualcuno provvidenzialmente ti porta la felpa ogni sera dimenticata. Arriva una birra fresca mentre tu osservi in controluce come si smonta un pianoforte e ti maledici perché ogni sera, oltre alla felpa, dimentichi sempre anche la macchina fotografica.
La fretta ti fa appoggiare male un piede, la notte inoltrata ti spegne quasi gli occhi ma non le risa e nel paese deserto fatichi a raggiungere il letto, anche se il silenzio già ti culla nel sonno.
L’aria è così fresca, e sembra di sentire le braccia più forti, e le gambe. E la testa. Che è piena della giornata e di quella prima, eppure già pronta per quella successiva.
E poi le persone e i loro racconti. In mezzo alla musica e ai cavi, dietro ad un bicchiere di vino i consigli e i ricordi di eventi folli.
Gli accendini si mescolano nelle borse, nelle tasche e tra le mani di tutti, la sigaretta in bocca e gli occhi che chiedono il fuoco e a volte ruberebbero ben più di un accendino.
Se solo il tempo, le circostanze, le proprietà.
Se non fosse che sono stretti come l’arco di quella rocca ora spenta.

2 risposte su “Accendini rubati”

Buonasera,
a volte non mi soffermo troppo a leggere un post che reputo troppo sdolcinato o privo di appigli polemici. Mi scuso. Non è affatto sdolcinato. È così vero che tappa la bocca anche a quelli come me.

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