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Con brio

Carnezzeria, cabala e plettri

di W.E.

Nell’unica mezza giornata libera che mi ritrovo da più di un mese a questa parte andiamo in un paesino sperduto nei dintorni di Lucca per una festa pianificata da mesi da un amico.
La scaletta prevede il bagno in piscina (che riesco a fare velocemente appena giunti prima che il sole cada) e gozzoviglio.
Il posto è molto bello, mia sorella veste una maglietta che le cade dalla spalla con qualche tipo di cabala stampata sopra e una cinta piena di plettri (OGNI persona le chiede: ma sono plettri veri quelli?). Dopo il sacrosanto bagno – il primo della stagione, e nonostante sia rigenerante mi viene immediatamente voglia di mare – finiamo a giocare a pallavolo sul prato. La rete è il filo dei panni, irrimediabilmente basso, regole e confini del campo a caso, c’è chi mura le battute. Divertente. Ad un certo punto è improvvisamente tardi perché avevamo pianificato il ritorno in tempo per arrivare da tutt’altra parte a vedere Carnezzeria di Emma Dante.
Saluta di qua, saluta di là, saliamo in macchina giusto giusto mentre stanno mettendo la carne sulla brace. Praticamente un delitto.
A 140 spinti e continuati arriviamo a teatro, spettacolo iniziato da 10 minuti.
Un bello spettacolo, intenso, scene, luci e costumi perfetti.
Gli attori sono bravissimi, un mio amico dice addirittura “troppo bravi”.
L’unico problema è che sul palco si consuma fin troppa energia, troppi momenti corali pieni di movimenti forsennati, alcuni finiscono per sembrare una ripetizione dei precedenti. Mi viene da dire guardandoli: “che fatica”.
Programma per il giorno dopo: necessario procurarsi una bistecca e pianificare un weekend al mare.

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