Ho solo una approssimativa idea del perché io abbia provato un disturbo nel vedere una pelle nuova, o del perché proprio stasera mi volessi accingere a dare il mio contributo.
Penso che in realtà la cosa dipendesse principalmente dal fatto che una leggera malattia mi causasse un difetto respiratorio, ed associassi a tale difetto un momento della mia vita in cui presi delle forti decisioni. Unitamente a questo fatto, ebbi la ventura di accorgermi che, per qualche strano motivo, lo strumento da me usato in grado di rendere identici i segnalibri inseriti nell’elaboratore personale a quelli dell’elaboratore usato sul lavoro, avesse avuto un malfunzionamento nello specifico caso dello sforzo di scrittura di questa persona che è stata occasionale compagna di esperienze. Tant’è che decisi in effetti di partecipare con questo piccolo sfogo ad uno sforzo collettivo, con il risultato certo di espormi al pubblico ludibrio per la pochezza dei contenuti, ma non ne trovai il modo. Tant’era la volontà di partecipazione che mi immaginavo nel vergare righe incomprensibili dotato di una semplice penna d’oca, un calamaio con poco inchiostro rappreso ed un pezzetto di carta assorbente o uno spuntato raschietto per cercar di rimediare alle inevitabili sbavature.
Dette queste poche sbavature, vorrei ricordare in effetti, che l’affetto passa a volte per sentieri imperscrutabili dove si trova per caso una memoria inaspettata ma costante, che talvolta ha perfino l’ardire di manifestarsi e di desiderare, un po’ con nostalgia ed un altro po’ con egoistica avidità, un abbraccio affettuoso.
Una risposta su “Due righe scritte veramente a braccio”
Non solo non ti sei esposto a pubblico ludibrio, ma questo tuo scritto è qualcosa di prezioso. Proprio perché è scritto a braccio, proprio perché è estemporaneo, proprio perché sa di vero. E per quanto mi riguarda, perché – parafrasando mio fratello – mi ha avvolto e strizzato.
Grazie.