Mi sveglio durante la notte e non riesco più a riprendere sonno.
Lo stomaco parla e si muove, la schiena duole in ogni punto, il cervello s’incaglia in mille pensieri diversi. Mi giro e mi rigiro, non so quale posizione assumere: il mio strepitoso letto, che amo come poche altre cose al mondo, si fa scomodità pura.
Non so che ore sono, ma dalle ante accostate posso vedere che è ancora buio.
È assurdo, io ho una facilità incredibile a dormire, ce l’ho sempre avuta, non ho mai sofferto d’insonnia. Mi sembra una cosa nuova e fastidiosa. Terribilmente fastidiosa.
Ho caldo, quando la mia stanza in questo periodo dell’anno comincia a trasformarsi lentamente in una ghiacciaia, e i percorsi mentali sono scollegati, noiosi, poi allarmanti, poi ripetitivi, poi un tormento. Voglio dormire voglio dormire voglio dormire. Non voglio pensare a niente. Ho paura di cominciare a vedere la luce dell’alba, so che la sveglia suonerà alle sette. Poi eccola, la vedo. Ogni tentativo è vano, la tortura continua ancora a lungo. Mi addormento due minuti e mi risveglio. Poi maledizione sono improvvisamente le sette.
Dio che fastidio.