Ristorante cinese. Ordino solo un antipasto perché ho pranzato alle quattro del pomeriggio.
Io, che amo l’alcool in quasi tutte le sue forme – anche in quella che brucia sulle ferite – opto per “il pollo ubriaco”. Mi sembra una scelta adatta alla persona che sono, al periodo, e infine è divertente. Il pollo ubriaco si presenta lesso, sfilacciato e triste. Cotto in un vino cinese che – con tutto il rispetto per la cultura del caso (nonché l’invidia che ho per la solerzia di cotanto popolo) – non sarà di sicuro un Chianti. Tant’è. Continuo a birra e nell’esercizio dell’uso delle bacchette, mistero che mai mi sarà svelato nella sua interezza.