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Cotidie

Il senso di colpa

di W.E.

Incredibile.
Non ho ancora mai parlato del senso di colpa.
È strano. Non c’è niente di più tangilbile che la cultura occidentale mi abbia trasmesso.
Niente.
E ci sono poche cose che reputo altrettanto inutili.
Non voglio fare la solita arringa sulla Chiesa (che non ho mai fatto troppo esplicitamente, e da cui, infatti, ho intenzione di risparmiarvi), probabilmente la mia attitudine al senso di colpa non dipende solo da questioni culturali.
Non solo perlomeno da quelle di grande portata che toccano chiunque.
Ma il senso di colpa inteso nel senso più biecamente ecumenico, che al suo estremo può arrivare all’accezione errata di sacrificio: non ne tollero la falsa portata di valore.
Che non è il nostro pane quotidiano?

In un libro intitolato come questo post lessi che se vi capita di essere aggrediti per la strada non vi conviene gridare aiuto a caso.
Dovete individuare qualcuno – se avete la fortuna che vi capiti di individuare qualcuno -, additarlo con l’indice e urlargli:
“Tu! Sì, dico a te: AIUTAMI”.

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