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Declinazioni

di W.E.

…e sul fare del tramonto, tra code di lucertola e denti ti topo, qualcuno che non aveva mai visto, e conosceva benissimo, arrivò. Lo prese per le spalle e l’abbracciò.
Poi lo condusse in casa dolcemente, lo vestì e lo portò di nuovo fuori.
Ma lontano. O perlomeno in un posto così diverso che doveva essere lontano.

Ad un certo punto, era proprio mentre il sole terminava di stringersi tra due colline, videro un cervo appena nato che però era enorme. Li fissò per quel tempo che era d’arresto poi si voltò in fretta e scomparve nell’erba alta.

Ma proseguendo nella sua stessa direzione, ed era ormai buio, si vedevano in lontananza quelle che forse potevano essere luci di una giostra. Un posto dove andare, sembrò dirgli la mano di quello che aveva riconosciuto, battendogli sulla spalla.

Alla fiera mangiarono moltissime cose, e giocarono a tutti i giochi in cui si tira qualche oggetto, parlarono a lungo e risero molto.

A luna alta lo riportò a casa, lo spogliò, lo mise a letto, gli chiuse gli occhi con il palmo della mano: e lui cominciò a sognare di un altro giorno in cui il sole, rosso e caldo, declinò in modo ancora più bello.

3 risposte su “Declinazioni”

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