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Cotidie

Insegnanti

di W.E.

In un paese piccolo, dove d’inverno sicuramente nevica e dove alle sette di sera l’odore delle caldarroste si spande per le vie arroccate, partecipo ad un convegno.
Un’insegnante elementare interviene, parla della sua esperienza, dei ragazzi, dello stato dell’educazione e dell’istruzione nel nostro Paese, delle difficoltà, della volontà di crescita.
E poi del ricordo. Il ricordo di una piccola scuola, anni prima, in una frazione vicina.
Il tempo è lontano ma in quella scuola che ora non esiste più, figli di primi immigrati convivevano con i figli degli autoctoni, culture e religioni diverse si intrecciavano già, e con naturalezza.
I bambini erano pochi e con gli insegnanti, ogni mattina, passavano la prima ora a raccontarsi i sogni della notte, oppure ad ascoltare e analizzare canzoni, o a chiacchierare di desideri e paure. Spesso i bambini venivano portati in paese a intervistare gli anziani.
Sulle parole umili e nette di questa insegnante, i miei occhi bagnati e un sorriso alla sua nostalgia.

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