ovvero: la piccola, bassa e meschina mafia italiana
Dopo anni, un contratto legale di locazione. Un 4+4.
Incredibile. A torto, già brindiamo.
Poi ci arriva in mano. Da firmare e riconsegnare la sera stessa, insieme ad un consistente aumento di canone, insieme ad un foglio post-datato di un anno (da firmare anche quello) “perché noi non ci possiamo permettere un tempo così lungo, non si sa mai”, che dice che a settembre 2008 (potenzialmente) la casa sarà liberata da cose e persone.
Significa: noi non ci fidiamo, ma voi fate a fidarvi.
Significa: scusate, i contratti transitori non ci piacciono perché dobbiamo pagarci più tasse e perché per quelli è previsto un canone fisso e quindi non ve lo potremmo aumentare.
Significa: vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca.
La trovo, oltre che una cosa fortemente illegale, oltre che una presa per il culo bella e buona, oltre che un trattamento che si riserva agli sprovveduti, oltre che l’infido e meschino atteggiamento di gente coi soldi, un’offesa. Un’offesa grave.
E per un momento ho pensato seriamente di andare lì con i lacrimoni agli occhi e dire:
“Caro, carissimo, onorevolissimo boss, vorrei tanto poterlo firmare questo foglietto datato marzo 2008, ma mi hanno diagnosticato un tumore e pare che non vivrò fino ad allora.
Ma forse questo ci semplifica le cose, perché così non dovrai temere di non potermi cacciare”.